Descrizione
“Via del Campo” è un nome davvero curioso per una Falanghina, un nome che rievoca la poesia in musica dell’immortale Fabrizio De Andrè e la storia di una prostituta tra i vicoli di Genova. Non sappiamo fino dove abbia voluto spingersi Luigi Moio, docente di Enologia all’Università di Napoli e creatore di Quintodecimo, nella scelta di questo nome, ma la forza evocativa di Via del Campo trascende i limiti del bicchiere. Non a caso, la Falanghina è un vitigno profumato e seduttore che viene spesso utilizzato per produrre vini facili e di pronta beva. Un vitigno sfruttato, sottovalutato da chi si limita ad assaporarlo con distratta superficialità.
La scommessa di Luigi Moio consiste proprio nell’esaltare la bellezza della Falanghina, nel valorizzarne i profumi e i tratti nascosti, nel portarne alla luce la bellezza più autentica. Luigi Moio è un innamorato della propria terra e l’amore, si sa, non si accontenta di una percezione superficiale, ma scava nel profondo per conoscere l’anima profonda delle cose.
Quando assaggerete la Falanghina Via del Campo, avrete la conferma della grandezza dei vini firmati Quintodecimo, vini che partono dal locale per elevarsi ad un gusto che si colloca sulla scia dei grandi bianchi di Borgogna. Quando assaggerete il primo bicchiere, capirete la (presunta) provocazione di Luigi Moio e vi perderete nell’anima più profonda della Falanghina. Quando poi finirete la prima bottiglia, chissà se per suggestione o ebbrezza, vi sembrerà di sentirla per davvero la voce di Dè Andrè quando canta “dai diamanti non nasce niente, dai letami nascono i fior”. Perché, in fondo, anche il vino a volte diventa una poesia che si esprime in versi silenziosi.
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